Che la mia superiore parla…
Che la mia superiore parla… parla…e parla è un dato di fatto ma…oggi è la giornata delle rivelazioni…
A parte la lettera della Berluscona su Repubblica che devo commentare e lo faro’… mi trovano in bagno…si perché ogni tanto mi scappa e ritornando nel mio meraviglioso open-space… becco le mie 4 colleghe attente nello spulciare ogni meandro nascosto del mio carattere oltre che estetico e dedite con maniacale attenzione a compiacersi…
L’istinto mi ha detto di entrare e rispondere…ma poi la ragione-che è più scaltra si sa- ha aggiunto “Attendi e godi, quanti piaceri ti son rimasti?”
Cosi’ ho atteso, poggiata sulla poltrona nella parete accanto…ho atteso perché la mia curiosità riguardo a come mi vedono le persone che mi circondano ha avuto il sopravvento…ho atteso perché volevo capire come mi percepiscono e come io mi mostro…insomma l’ho presa in modo costruttivo!!!
Che cosa c’entra il fatto che la mia superiore parla? Bhe un attimo di pazienza ci sto arrivando!!!
Comunque le frasi e i commenti potevano sembrare cattivi… sicuramente lo sono…bhe, si cattivi lo sono…ma ho provato un insano piacere, come se il fatto che per l’ennesima volta mi criticassero mi faceva piacere…in fondo sono il loro primo- e perdonatemi- forse unico pensiero…
Per la prima volta non ho pensato a difendermi o non sono scappata offesa…no…ho gioito delle critiche sul mio paio di stivali- che adoro- ho gioito sulle critiche che ho un carattere determinato e che non si fa mettere i piedi in testa da loro…perché sentirsi dire frasi tipo” Non fa mai quello che noi gli diciamo di fare… è una stronza” per me significa questo, dal momento che in quanto ultima arrivata cercano di farmi fare cose che non mi spettano…
Ho gioito del fatto che si lamentavano poiché la mia superiore non fa altro che parlare e io ho una capacita’ tutta mia di estraniarmi e di andare in altri posti… staccarmi, per cui a me non da’ lo stesso fastidio… che parli del traffico con il marito o dei movimenti dei villi intestinali del figlio…
Insomma sono stata criticata perché vado per la mia strada…e se c’è una cosa che ho sempre sperato di far trasparire nel lavoro è proprio questo: dimostrare di essere una che va per la sua strada, che non chiede mai… ma fa… che magari s’ammazza… ma è precisa… e che per quanto possibile non si fa sfruttare… tutto qua!!! Bhe, un fremito di orgoglio l’ho provato… m’è bastato far sentire un tacco… per altro basso... dei miei stivali e l’aria di chiacchiericcio s’è quietata… cosi’ come una bella ventata di orgoglio… è volata via… quasi quasi le ringrazierei!!!!
Ah… adoro i miei stivali, che non sono a punta come le 50enni ringiovanite, non sono rosa o con brillantini come le adolescenti… e sono comodi... perché hanno un tacco 5… che vi devo dire… sono così e me ne vanto!!!!!