venerdì, aprile 28, 2006

Lavoro mon amour

Voglio difendere una categoria di lavoratori di oggi; un lavoro nuovo, particolarmente difficile e molto, molto stressante…i call center.
La mia unica, e spero rimanga tale, esperienza di call center risale a settembre 2005…quando nella ricerca disperata di un posto di lavoro, sono inciampata in un centralino. Lo scopo era invogliare la gente a confermare delle iscrizioni e invitarli a partecipare- a pagamento- ad un evento; ma non voglio dilungarmi molto sul lavoro in sè, per non rischiare di annoiare.

Come ho detto fu un incontro-scontro, e l’esperienza durò solo 2 giorni…lo so che vi sembra privo di senso, ma furono due giorni pazzeschi che mi hanno provocato un senso di inadeguatezza e frustrazione tale per cui, anche non venendo pagata, ho accettato di andare a fare uno stage, per non restare lì.

La mia postazione era composta da:

- computer, che di remota aveva solo l'età
- microfono
- cuffia
- elenco telefonico
- mouse
- penna

In fronte a me…un muro bianco!

Man mano che aumentavano le telefonate, cresceva la frustrazione e più cresceva la frustrazione più mi guardavo intorno…cosa cavolo stavamo facendo?
A fine giornata l’operaio torna a casa e sa di aver costruito qualcosa, un tetto, un palazzo, ma l’operatore telefonico, che con le corde vocali doloranti torna a casa, cosa cavolo ha fatto?

Inutilità…una automatica ripetizione di informazioni che chi sta al telefono deve dare a persone ancora meno interessate e cosi creative da inventare motivazioni assurde per ridurre il senso di colpa che provano verso noi giovani operatori…e la frustrazione cresce.

Maniaci che chiamano i numeri verdi…perché costano meno, squattrinati in cerca di compagnia e infine, arriva la telefonata giusta, di qualcuno che, interessato o meno, sottoscrive un contratto, ma siamo soddisfatti? No!

Dalla mia esperienza ho capito che quando mi chiama un ragazzo per parlarmi di telefonia o di tappeti non invento scuse ridicole, non m’ingegno alla ricerca di motivazioni fittizie, ma penso a quanto coraggio, o disperazione, deve avere…io non ho resistito!

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