martedì, settembre 26, 2006

A scuola di felicità

Cos’è la felicità? Chi non se lo domanda, e soprattutto chi trova la risposta?

Una cosa sembra certa la felicità è diventata una materia d’esame molto seria. Si insegna in cento campus americani e anche in alcuni inglesi. L’esperimento piace molto e si è avanzata l’eventualità di farla studiare fin dalle scuole medie.
A Cambridge, Nick Bayles da lezioni su «Star bene con se stessi e con gli altri», mentre ad Harvard, le «lezioni di felicità» tenute all’interno del corso di Psicologia positiva daTal Ben-Shahar hanno sfiorato la cifra record di 900 studenti.
Chiunque abbia frequentato un giorno di università sa quanto siano importanti questi numeri, certo almeno che non si sia studiato Scienze della comunicazione perché a quel punto tutti i giorni c’era la stessa gente ad un corso…Ma da noi un corso così funzionerebbe?

Manuali e lezioni, anche on line, fanno furore. Il libro sul quale si discute di più in rete è «Le ragioni della felicità» di Christian Boiron, filosofo, presidente e direttore generale dei Laboratoires Boiron, azienda omeopatica numero uno al mondo. Mentre fioccano le ordinazioni per «L’agenda della felicità 2007» del maestro di saggezza Omar Falworth.

La felicità si può imparare? Come se studiassimo storia o geografia, siamo disposti a imparare la felicità sui libri, è talmente grande il nostro desiderio di essere felici da spingerci a studiarla, è necessità o voglia di conoscersi?

Le critiche di psicologi e di analisti non mancano, non si può impararla sui libri, non si può scoprirla leggendo…ma il dubbio rimane come s’impara la felicità? Almeno in America o in Inghilterra si studiano vie alternative, si cerca di rispondere alla domanda ma da noi? Mentre passiamo le giornate annichiliti dal lavoro, dal traffico, dai reality e dalla tv, non potrebbe piacerci un bel libro che c’insegna oltretutto a provare a vivere bene?

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