Diritto all’isolamento
Rivendico il diritto all’isolamento. No sto parlando di assurdità o di casi isolati è una richiesta vera e con basi concrete. E’ di un po’ di giorni fa la notizia di una famiglia che viveva segregata in casa a Torino. Vivevano a due passi da San Carlo, il cuore della città ma non uscivano da anni, folli? No anzi!
Questa è la storia di una famiglia che ha scelto di vivere fuori dal mondo, ma non pazza, ha scelto di non aver niente a che fare con la guerra in Libano, con Prodi, con gli Stati Uniti e i quotidiani assassini familiari. Ha scelto di on andare a lavore di vivere in tre, lei, lui e la figlia studente che ogni tanto esce e fa provviste.
Ha scelto di non vivere con vicini rompiscatole e di non massacrarsi nel traffico, ha scelto di non uscire la sera nella movida torinese, di non saperne nulla di tutto quello che li circonda, semplicemente in tre.
Questa è la storia di una donna che ha scelto di isolarsi dal mondo. E di suo marito che per starle accanto ha mollato un bel lavoro da impiegato all’Ufficio imposte e si è chiuso con lei in un appartamento di 35 metri quadri, camera cucina e bagno.
Via gli abiti da lavoro e via le superficialità, con loro una figlia che li aiuta, che studia e li supporta nella scelta.
Poi un vicino rompiballe e una perdita d’acqua rovinano la fuga dalla realtà, le infiltrazioni hanno finito per rovinare il mobilio ad un vicino che si è rivolto al Comune e ai vigili del fuoco.
Lei, Daniela Vesta, del 1951, faceva la cassiera in banca a Chatillon e ha scelto di non uscire più, ma cosa ne ha guadagnato: tanto Xanax e cure psichiatriche.
Ma cosa ha fatto questa famiglia per meritare tanti riguardi, non si ha il diritto di vivere come si vuole! Eppure Daniela non è pazza ma sana e cosciente della sua scelta, ha scelto di non vivere le Olimpiadi e di non uscire nel caos quotidiano, semplicemente ha scelto di vivere fuori dal mondo…
E i medici parlano di psicosi…io rivendico il diritto all’isolamento a non avere rotture di ogni genere, a non dover sopportare insulti e maledizioni, a vivere in pace con se stessi e la propria famiglia…non solo il diritto delle coppie gay o il diritto al lavoro, non il diritto alla libertà ma alla scelta anche di vivere sempre in casa.
Ha dichiarato:«Dopo la laurea di Morena ce ne saremmo andati da lì. Adesso denuncio tutti: il sindaco e i pompieri. Non dovevano portarci via».
E ora i vicini che non sapevano nulla e credevano che la stanza fosse vuota raccontano di urla notturne, di grida di rumori assurdi...quando fino al giorno prima non sapevano se ci fosse qualcuno… credete che Daniela avesse tutti i torti?
Questa è la storia di una famiglia che ha scelto di vivere fuori dal mondo, ma non pazza, ha scelto di non aver niente a che fare con la guerra in Libano, con Prodi, con gli Stati Uniti e i quotidiani assassini familiari. Ha scelto di on andare a lavore di vivere in tre, lei, lui e la figlia studente che ogni tanto esce e fa provviste.
Ha scelto di non vivere con vicini rompiscatole e di non massacrarsi nel traffico, ha scelto di non uscire la sera nella movida torinese, di non saperne nulla di tutto quello che li circonda, semplicemente in tre.
Questa è la storia di una donna che ha scelto di isolarsi dal mondo. E di suo marito che per starle accanto ha mollato un bel lavoro da impiegato all’Ufficio imposte e si è chiuso con lei in un appartamento di 35 metri quadri, camera cucina e bagno.
Via gli abiti da lavoro e via le superficialità, con loro una figlia che li aiuta, che studia e li supporta nella scelta.
Poi un vicino rompiballe e una perdita d’acqua rovinano la fuga dalla realtà, le infiltrazioni hanno finito per rovinare il mobilio ad un vicino che si è rivolto al Comune e ai vigili del fuoco.
Lei, Daniela Vesta, del 1951, faceva la cassiera in banca a Chatillon e ha scelto di non uscire più, ma cosa ne ha guadagnato: tanto Xanax e cure psichiatriche.
Ma cosa ha fatto questa famiglia per meritare tanti riguardi, non si ha il diritto di vivere come si vuole! Eppure Daniela non è pazza ma sana e cosciente della sua scelta, ha scelto di non vivere le Olimpiadi e di non uscire nel caos quotidiano, semplicemente ha scelto di vivere fuori dal mondo…
E i medici parlano di psicosi…io rivendico il diritto all’isolamento a non avere rotture di ogni genere, a non dover sopportare insulti e maledizioni, a vivere in pace con se stessi e la propria famiglia…non solo il diritto delle coppie gay o il diritto al lavoro, non il diritto alla libertà ma alla scelta anche di vivere sempre in casa.
Ha dichiarato:«Dopo la laurea di Morena ce ne saremmo andati da lì. Adesso denuncio tutti: il sindaco e i pompieri. Non dovevano portarci via».
E ora i vicini che non sapevano nulla e credevano che la stanza fosse vuota raccontano di urla notturne, di grida di rumori assurdi...quando fino al giorno prima non sapevano se ci fosse qualcuno… credete che Daniela avesse tutti i torti?
7 commenti:
sono d'accordo con te. quasi.
ma dico io, come si fa a vivere senza vedere mammucari e la tipona mezzanuda?
:/
E come si può rinunciare alle straccale di Pupo e alla Parodi che fa il tg..oddio per non parlare delle repliche della Signora in giallo....imperdibili!!!
Ma soprattutto si sono persi tutte le repliche de L'TALIA SUL DUE!!!!
A parte gli scherzi, secondo me la loro scelta può essere discutibile, ma com'è possibile che due persone diventino pazze in contemporanea..?
Credo che abbiano deciso di uscire dal mondo consapevolmente, magari la signora lo avrà deciso per prima, ma suo marito avrà avuto voce in capitolo, mi auguro.
E' andata così lei ha deciso d'isolarsi e lui l'ha seguita..poi anche la figlia e mo stanno in clinica anche se in verità non sono folli ma volevano solo stare in pace..
E' assurdo come due persone non siano libere di scegliere di vivere come meglio credono, senza che qualcuno decida che è meglio stare in una clinica psichiatrica.
Possibile che questi signori non abbiano la facoltà di scegliere?
non so forse fanno paura..nel senso che l'idea che qualcuno voglia vivere volutamente da solo spaventa e quindi non accettandolo li imbottiamo di xanax e li chiudiamo in clinica..
C'è solo una cosa che non ho capito... come campavano questi? Come facevano a mantenersi? Erano pensionati? Sembra di no, perché la cronaca dice che avevano lasciato il lavoro prima dell'età adeguata. Consumavano i risparmi precedenti? Vabbè che si saranno sicuramente adattati a vivere con poco, ma qualcosa ci voleva pure...
Lisa
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