A proposito di pregiudizi…
Cominciamo con il delimitare lessicamente il pregiudizio: è un atteggiamento che indica una opinione preconcetta verso fatti o persone.
Ho scelto di lavorare nella comunicazione e ho scelto, credo, di lavorare nell’ambiente di lavoro con meno pregiudizi, da queste parte tutto è aperto e semplice, sembra almeno aperto e semplice!! Un lavoro ottimo sulla carta!
Un lavoro ottimo sulla carta è perfetto, non è distante da dove vivi, ha un medio stipendio, paragonato poi agli altri stipendi che hai incontrato, è creativo ed è in relazione all’ambito dei tuoi studi…ottimo sulla carta!! E in pratica?
Parliamo del sesso a lavoro e non del sesso che si fa tra colleghi ma delle discriminazioni sessuali lavorative. Per quanto la mia esperienza lavorativa sia ridotta, sono un’ottima osservatrice e soprattutto lavoro là dove nasce il pregiudizio.
E’ diffusa accezione che l’omosessualità sia sinonimo di buon gusto e di capacità relazioni superiori, il pregiudizio sessuale peggiore che ci possa essere… In pratica si sta diffondendo l’idea che l’uomo, attenzione non la donna, gay sia per forza in grado di occuparsi di moda o costume, perché gay e quindi ha gusto!!
Il pregiudizio sessuale permette di inquadrare le persone?
Sono convinta di si, che tutto sia legato alla volontà sociale d’inquadrare le persone: quello è etero e quello è gay, quella è single e quello è impegnato, maschio e femmina, uomo e donna…
Il passo tra inquadrare il sesso e generalizzare è così piccolo che si finisce per considerare il gay come dotato di stile e l’etero come senza gusto…ma il bisogno di inquadrare le persone, d’incasellarci tutti non finisce con il sbagliare?
Quanti gay possono effettivamente fregiarsi del titolo di esperti di stile e perché poi dovrebbero? Per rispecchiare specifici pregiudizi…perché un gay deve per forza conoscere Gucci o Prada, e perché un etero deve comprare i vestiti al mercatino?
Generalizzando stiamo perdendo il filo della discussione, stiamo finendo per omologare le persone? Stiamo fingendo che tutto sia normale o lo stiamo solo nascondendo dietro le caselle mentali.
Continuo a studiare questa nuova forma sociale di pregiudizio e più mi guardo intorno più mi rendo conto che tutti siamo impegnati a giustificare quello che non comprendiamo e che sprechiamo un mare di tempo per trovare la scorciatoia mentale giusta per arrivare a una qualche soluzione accettabile…quindi, dalle mie parti, se sei gay, ma solo se lo sei, puoi occuparti di stile e c’è chi finge di essere esperto di stile, per mantenersi un lavoro…dalle mie parti!!!!
Ho scelto di lavorare nella comunicazione e ho scelto, credo, di lavorare nell’ambiente di lavoro con meno pregiudizi, da queste parte tutto è aperto e semplice, sembra almeno aperto e semplice!! Un lavoro ottimo sulla carta!
Un lavoro ottimo sulla carta è perfetto, non è distante da dove vivi, ha un medio stipendio, paragonato poi agli altri stipendi che hai incontrato, è creativo ed è in relazione all’ambito dei tuoi studi…ottimo sulla carta!! E in pratica?
Parliamo del sesso a lavoro e non del sesso che si fa tra colleghi ma delle discriminazioni sessuali lavorative. Per quanto la mia esperienza lavorativa sia ridotta, sono un’ottima osservatrice e soprattutto lavoro là dove nasce il pregiudizio.
E’ diffusa accezione che l’omosessualità sia sinonimo di buon gusto e di capacità relazioni superiori, il pregiudizio sessuale peggiore che ci possa essere… In pratica si sta diffondendo l’idea che l’uomo, attenzione non la donna, gay sia per forza in grado di occuparsi di moda o costume, perché gay e quindi ha gusto!!
Il pregiudizio sessuale permette di inquadrare le persone?
Sono convinta di si, che tutto sia legato alla volontà sociale d’inquadrare le persone: quello è etero e quello è gay, quella è single e quello è impegnato, maschio e femmina, uomo e donna…
Il passo tra inquadrare il sesso e generalizzare è così piccolo che si finisce per considerare il gay come dotato di stile e l’etero come senza gusto…ma il bisogno di inquadrare le persone, d’incasellarci tutti non finisce con il sbagliare?
Quanti gay possono effettivamente fregiarsi del titolo di esperti di stile e perché poi dovrebbero? Per rispecchiare specifici pregiudizi…perché un gay deve per forza conoscere Gucci o Prada, e perché un etero deve comprare i vestiti al mercatino?
Generalizzando stiamo perdendo il filo della discussione, stiamo finendo per omologare le persone? Stiamo fingendo che tutto sia normale o lo stiamo solo nascondendo dietro le caselle mentali.
Continuo a studiare questa nuova forma sociale di pregiudizio e più mi guardo intorno più mi rendo conto che tutti siamo impegnati a giustificare quello che non comprendiamo e che sprechiamo un mare di tempo per trovare la scorciatoia mentale giusta per arrivare a una qualche soluzione accettabile…quindi, dalle mie parti, se sei gay, ma solo se lo sei, puoi occuparti di stile e c’è chi finge di essere esperto di stile, per mantenersi un lavoro…dalle mie parti!!!!
Nessun commento:
Posta un commento